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Nanni Pinna, l'artigiano tramatzese con la passione per la fotografia

giovanni pinna 00Arrivo in praza e'cresia intorno alle undici di mattina. E' una calda domenica di primavera. Dalla chiesa parrocchiale odo i canti liturgici che animano la messa domenicale. Sotto i portici del vecchio municipio noto un uomo che si guarda intorno come se stesse cercando qualcosa, o qualcuno. Mi avvicino e mi fermo davanti a lui. E' la persona che aspettavo per l'intervista: Nanni Pinna, l'artigiano tramatzese! Cinquantun anni ben portati, da qualche anno ha sposato, con entusiasmo, la passione per la fotografia. Si è presentato sfoggiando un bel sorriso e mi invita, con gentilezza, a bere qualcosa al bar. Quel breve tratto di strada per raggiungere il locale mi è sufficiente per rompere il ghiaccio e chiedergli subito:

Chi è Nanni Pinna?
Nanni Pinna è un piccolo artigiano di Gonnostramatza, nato a Belo Horizonte in Brasile nel 1962, poiché la madre Carmen e il padre Giampaolo dovettero emigrare per trovare un’occupazione stabile e sicura.
Ci accomodiamo in un tavolino dell'affollato bar tramatzese. Lui sorseggia un caffè lungo, e io bevo con voluttà una fresca birra alla spina, sgranocchiando salatini e patatine.

Come ti sei avvicinato a questo mestiere?
La mia passione la devo solo ed unicamente a mio padre Giampaolo. Ora è in pensione, ma ha trascorso la sua vita a lavorare il ferro. Il mio amore per la lavorazione del ferro è nato spontaneamente, quasi come se volessi emulare mio padre! Così, iniziai in tenera età, forse non avevo neppure dieci anni, a realizzare i miei primi riccioli. Ricordo perfettamente la mia curiosità, la mia voglia di imparare. Tanto che, non appena rientravo da scuola, mangiavo in una manciata di minuti per correre in officina. Dopodiché, con tanta buona volontà, continuai a perfezionare i primi riccioli, iniziando così ad esplorare le varie tecniche del mestiere.
Usciamo dal bar. Il caldo sole incomincia a farsi sentire. Mi invita a seguirlo nella sua escursione fotografica in giro per il paese.


Porti avanti questo lavoro per passione o tradizione?
Per entrambi i motivi. Amo il mio mestiere e credo che lo si debba necessariamente fare per passione! Inoltre, porto avanti la tradizione della lavorazione del ferro battuto, la lavorazione artigianale del ferro, punto forte della mia azienda.
E' serio e scrupoloso nel fare fotografie. Mi coinvolge nella visione spontanea e nel descrivere i suoi scatti. Ne condivido anche l'attenta e scrupolosa ricerca nel creare e rinnovare le immagini.

Occorrono delle attitudini particolari per questo mestiere?
Innanzitutto la buona volontà, che credo sia indispensabile per qualsiasi tipo di attività decida di intraprendere un individuo. Credo che un artigiano debba essere anche un creativo. E' indispensabile l’estro artistico per riuscire a realizzarsi a 360° in questo settore. La costanza di non abbandonare il mestiere e la voglia di migliorar giorno dopo giorno, adeguandosi alle moderne tecnologie, ma mantenendo sempre e comunque l’autenticità della lavorazione artigianale.
Iniziamo il “tour fotografico” partendo dalla seicentesca Chiesa Parrocchiale. Mi invita a visitare anche il famoso retablo del Cavaro.


giovanni pinna 01Da anni hai fatto del ferro battuto un’arte: come alimenti la tua creatività?
Ritengo che qualunque artigiano sia un’artista, e la creatività è un tassello fondamentale per sentire proprio questo mestiere. Ovviamente non posso esprimere la mia creatività in ogni manufatto, devo attenermi alle richieste dei clienti, ma quando un committente mi dà carta bianca, diventa tutto più difficile, ma anche più stimolante e divertente! Realizzo sempre le bozze dei manufatti che intendo creare, a volte anche più di una, in modo da dare al cliente la possibilità di poter scegliere ciò che più lo aggrada.

Ci spostiamo verso il museo Turcus e Morus, una bella occasione per il paese in funzione di uno sviluppo economico e turistico. Lui cerca la giusta inquadratura, mentre io continuo con le mie domande...

Si è evoluta la lavorazione del ferro battuto in tutti questi anni?
Indubbiamente si. La tecnologia ha fatto dei passi da gigante per quanto riguarda la lavorazione del ferro. Però, come per tutte le cose, ci sono i pro e i contro. La mia attività si è adattata alle richieste del mercato e di conseguenza anche alla modernizzazione dei macchinari! Preciso, però, che qualunque persona venga da me a chiedere un manufatto interamente realizzato a mano, io garantisco che sono in grado di realizzarlo! Purtroppo oggigiorno, per ignoranza, si considera ferro battuto anche quello che si trova nei grandi centri commerciali e, sostengo fermamente, che si debba sfatare questa credenza! L’artigiano è colui che disegna, progetta e realizza manualmente i propri manufatti. I prodotti che si trovano nei grandi magazzini sono semplicemente prodotti industriali, ovviamente a minor costo.
Raggiungiamo il muro di cinta che delimita il nuovo municipio. L'artista messicano Israel Zapada ha infatti impresso quello che potrebbe definirsi il "murale dell'identità" dal quale si riverberano i segni della storia e della cultura del popolo sardo.


Quali sono le richieste sul mercato-oggi?
Negli ultimi anni si sta facendo spazio l’arredo urbano, le richieste provengono principalmente dai Comuni della Sardegna. Sono molto soddisfatto di questo nuovo sbocco, mi rendo conto che i Comuni Sardi stanno dando spazio ad artigiani sardi, e credo sia una cosa molto importante e stimolante per noi artigiani. Inoltre, noto l’incremento di richieste “artistiche” da parte dei committenti privati. In tanti stanno richiedendo lavori personalizzati, anche riguardanti l’arredamento per interni. Il ferro battuto sta iniziando ad essere associato non solo all’arredamento classico, ma anche a quello moderno!
Ci incamminiamo a grandi passi verso Su Xiadeddu, il piccolo quartiere del paese. Saluta calorosamente le persone che incontra. E' attratto dalle vecchie case in pietra e fango, dalla palestra, dalla scuola elementare, e dalla piccola chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate.

Cosa è cambiato nella produzione artigianale di oggi rispetto a ieri?
Indubbiamente la manodopera. In tanti si definiscono artigiani, ma di fatto in pochi lavorano il ferro come si lavorava una volta e io, fortunatamente, sono uno di quei pochi che suole ancora lavorare manualmente il ferro. Ovviamente ci adeguiamo coi tempi che stanno cambiando, ma se uno vuole rimanere fedele al proprio mestiere, deve anche mantenere in vita la realizzazione artigianale dei manufatti.
Nanni non si risparmia... cambia continuamente posizione, si inginocchia e arrampica su muretti, panchine, scalini. Si sono fatte le tredici passate e le nostre pance incominciano a brontolare. Mi affretto a chiudere l'intervista con un ultima curiosità...

giovanni pinna 02Cosa diresti a un giovane che vuole imparare questa professione?
Purtroppo non è semplice affrontare questo discorso con i nostri giovani. La stragrande maggioranza di essi non è disposta a intraprendere un percorso simile al mio. Innanzitutto perché è un lavoro faticoso a livello fisico, ma anche perché non è un lavoro che dà soddisfazioni immediate, richiede infatti tantissima costanza e pazienza! Mi piacerebbe veder rivivere i mestieri di una volta, ma per far si che ciò avvenga si dovrebbe investire nel settore produttivo, magari anche con delle scuole di formazione che facciano comprendere ai ragazzi che si, è un lavoro duro, ma è anche altrettanto divertente. Se un giovane si presentasse da me con l’intento di imparare il mestiere gli direi la verità, nuda e cruda, ovvero che si deve esser portati per questo mestiere, come se si possedesse una dote innata, c’è bisogno di tanta pazienza, costanza, coraggio e determinazione. Inoltre, aggiungerei, che fare l’artigiano al giorno d’oggi significa anche riuscire a fondere la tecnologia con l’artigianato, aspetto fondamentale e divertente del mio mestiere.

Ci salutiamo con una forte stretta di mano, ci ripromettiamo di rivederci alla prima occasione. Nanni si allontana, velocemente... Lo attendono i suoi familiari per un pranzo speciale a casa di amici. Io riparto subito alla volta di Cagliari, sulla mia sgangherata 600 Fiat e dopo neppure un ora sono a casa, stanco ma appagato. Ripenso alla mia avventurosa giornata, così diversa dalle altre, dedicata a una intervista assolutamente interessante...

 

Data:Martedi, 22 Aprile 2014 09:16

1 commento

  • Nanni Pinna
    Nanni Pinna Venerdi, 02 Maggio 2014 Comment Link

    Grazie a tutto lo staff de "SU TRAMATZESU" per aver messo in evidenza la mia persona attraverso il mestiere che svolgo. Oramai tutti conoscono le caratteristiche di questo Blog , giovane, dinamico e facile da visitare. Questa pagina molto utile per far vivere le tradizioni e storie di tutti i giorni ai Tramatzesi,che non risiedono nel nostro comune, ma non solo! ritengo, se usato con intelligenza! utile al fine di rendere anche i residenti ad un dialogo e volto alla socializzazione. Principalmente ho accettato con piacere l'invito all'intervista con il motivo di volgerla ai giovani che si dovranno presentare al mondo del lavoro. E' una storia vera! fatta di sacrifici... ma colma di tanta soddisfazione, non economica, ma ricca di tanto amore per il mio lavoro. Grazie.

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